ABBAZIA DI FOSSANOVA - Il refettorio

Il refettorio

Immagini


1) Refettorio (foto R. Cerone)

2) Refettorio

3) Refettorio, pulpito

Descrizione

Come richiesto dalla prassi costruttiva cistercense il refettorio, ovvero l’edificio dove i monaci consumavano i pasti quotidiani, è adiacente al braccio meridionale del chiostro in corrispondenza del lavabo dove i confratelli compievano le necessarie abluzioni prima di mangiare. Conformemente alle consuetudini dell’ordine e a differenza dalla tradizione benedettina, l’orientamento della struttura è ortogonale e non parallelo alla galleria claustrale.

L’accesso avviene tramite il portale originario che conserva la lunetta con l’immagine trecentesca della Madonna con Bambino tra san Tommaso e sant’Antonio e le tracce di una fase decorativa precedente con pitture a motivi geometrici di colore rosso.

Internamente, come nella maggioranza delle abbazie cistercensi in Europa, anche a Fossanova il refettorio si presenta come una vasta aula unica di impianto rettangolare, dotata di un pulpito per la lettura dei testi sacri durante i pasti che si consumavano su tavoli di legno (cfr. il refettorio dell’abbazia spagnola di Santa Marìa de Huerta). La partizione architettonica è analoga alla maggior parte degli edifici fossanoviani, almeno per quanto concerne la copertura ad archi trasversi (archi diaframma) che sorreggono le due falde lignee del tetto; richiama invece la scansione dell’alzato della navata centrale della chiesa la membratura pensile a sostegno degli arconi ogivali.

Al di là di alcuni lacerti dipinti che riproducono il motivo a falsa cortina muraria (interno delle arcate della tribuna del pulpito) non rimangono altre testimonianze pittoriche. Particolarmente ricco è invece il corredo scultoreo, costituito principalmente dai capitelli delle paraste che denotano caratteri spiccatamente borgognoni con foglie accostate a calice oppure crochets (terminazioni ad uncino). Anche per la tipologia di mensola a modanature concentriche è possibile indicare modelli francesi, reinterpetati però dall’intervento delle maestranze lapicide locali che vi introducono il motivo del tralcio vegetale, tanto comune nella coeva scultura del basso Lazio.

Il termine dei lavori per il refettorio si colloca con certezza, almeno per le pareti d’ambito, entro il 1208 poiché nel giorno della consacrazione della chiesa papa Innocenzo III vi cenò con i monaci. In una fase successiva però, circoscrivibile comunque entro il XIII secolo, l’ambiente venne modificato con l’inserimento degli archi diaframma, che infatti risultano sfalsati rispetto alle finestre, e della tribuna del pulpito con la relativa scala d’accesso.

Al momento della costruzione del refettorio la particolare morfologia del terreno e la presenza dei resti della villa romana di età tardo repubblicana e del precedente monastero di S. Stefano costrinsero alla progettazione di un piano inferiore, adibito a magazzino, che doveva comunicare con l’ambiente superiore grazie ad una scala esterna oggi non più esistente. Parte delle presistenze romane e altomedievali sono attualmente visibili al di sotto delle lastre in vetro del pavimento dell’aula. Recenti scavi archeologici, infatti, hanno riportato alla luce, tra l’altro, le tracce di una pavimentazione marmorea di VI-VII secolo, nonché parte di un muro trasversale, probabilmente pertinente al più antico refettorio posizionato parallelamente alla galleria del chiostro e decorato a più riprese tra l’VIII secolo e la metà dell’XI secolo con un motivo ad opus sectile, con un finto velario e da una serie di figure stanti di cui si conservano i frammenti nel Museo Medievale dell’Abbazia. Al di sotto del piano pavimentale la campagna di scavo ha svelato anche l’esistenza di condutture idrauliche di adduzione e di scarico, funzionali alla presenza di un lavabo interno al refettorio, una struttura non inusuale nei refettori cistercensi poiché estremamente comoda da utilizzare nei freddi mesi invernali al posto della fontana esterna.

Bibliografia

Autori

Roberta Cerone